Lui & Lei

L'invito


di Membro VIP di Annunci69.it Scoprirti
09.03.2023    |    185    |    0 6.0
"Il minuto che trascorse era interminabile, sentii l’ascensore fermarsi al piano, Ginevra ne uscì … ciao mamma, ho bisogno di un grande favore, mi puoi..."
Ci frequentavamo da alcune settimane attraverso una normalissima chat, a poco a poco, lei si interessò a me, era leggermente più giovane di me, una mente molto particolare, alternava momenti di tranquilla conversazione ad altri in cui la sua libido prendeva il sopravvento, aveva la capacità di passare in un lampo da una disquisizione filosofica a frasi crude che mi procuravano una forte eccitazione, sovente, durante queste fasi si riprendeva inviandomi in tempo reale sue immagini esplicite, ma sempre permeate di raffinata eleganza.
Era proprio questo contrasto che la rendeva ai miei occhi, particolarmente affascinante e desiderabile.
Decidemmo, durante un’infuocata chat di dare corpo alle nostre fantasie, l’appuntamento fissato per quel pomeriggio stesso in una zona non troppo distante dalla mia abitazione.
Mi recai in auto all’appuntamento, stavo per raggiungere il luogo dell’incontro quando il suono del cellulare mi avvisa dell’arrivo di un sms, era lei che scriveva … “mi dispiace, ho cambiato idea”
La delusione per il mancato incontro era più forte del rammarico per quel voltafaccia improvviso, avevo appena invertito la direzione di marcia, quando un secondo suono mi avverte dell’arrivo di un sms, attendo il primo semaforo per poterlo leggere, era sempre lei, “raggiungimi a casa” seguiva l’indirizzo e le indicazioni del citofono e il piano.
Arrivai in una manciata di minuti, la delusione si era trasformata in eccitazione, la mente impegnata in mille rivoli di ipotesi, chissà come sarebbe stato il momento del saluto, come avremmo proseguito, non c’era un filo logico a tessere in modo preciso gli accadimenti, tutto era confuso, intermittente.
Trovai parcheggio poco distante, giunsi al citofono premetti il tasto indicato, uno scatto metallico, nessuna risposta, presi l’ascensore e raggiunsi il piano, suonai, nessuno mi venne ad aprire, attesi ancora qualche secondo, poi la mano premette sulla maniglia, la porta si aprì.
Mi venne incontro, elegante e abbronzata, un tubino nero, semplice, un filo di perle al collo, decolleté nere ai piedi.
Mi baciò, appoggiando il suo corpo al mio, sentii il suo profumo avvolgermi, chiusi gli occhi, la mia eccitazione era palese, se ne accorse, ma dissimulò qualunque interesse per la cosa, mi prese per mano e mi condusse in cucina, aveva preparato un piccolo rinfresco, pensavo che avresti gradito, vuoi favorire, mi sedetti sbocconcellai qualcosa, mentre facevo i complimenti e ringraziavo per il pensiero, mi disse a bruciapelo e guardandomi fisso negli occhi e con piglio che non ammetteva replica, spogliati.
Ero affascinato dai suoi modi e terribilmente attratto, mi alzai lentamente, inizia a spogliarmi, davanti a lei, iniziai dalla camicia, la sbottonai con lentezza, partendo dal bottone più alto, compivo l’operazione fissando costantemente lo sguardo di lei che seguiva i miei movimenti senza parlare.
Mi liberai della camicia, restai a torso nudo, sempre con lo stesso tono usato in precedenza, mi chiese di inginocchiarmi ai suoi piedi e di baciarglieli, obbedii il gioco era molto erotico, la mia anima da maschio alfa si stava rimodellando al gioco, apprezzavo in quella occasione, il sottile erotismo di compiacere la donna che mi ordinava di fare ciò che a lei faceva evidentemente piacere.
Mi legò i polsi dietro la schiena, ora mi trovavo in ginocchio, lei seduta davanti a me, divaricò le gambe mi prese la testa tra le mani guidandola verso il suo sesso, indossava le mutandine, mi ordinò di leccarle con lentezza e di spingere con la punta della lingua lunga l’insenatura delle labbra che con il bagnarsi della mia saliva, ormai aderivano e si distinguevano sotto al tessuto.
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Sentivo il suo piacere, la mia eccitazione era al culmine, ho sempre tratto eccitazione dal piacere della mia compagna, mi scostò con un movimento brusco, si tolse le mutandine, si girò sulla sedia, appoggiando gli avambracci allo schienale divaricando le gambe e ordinandomi di leccarle con doviziosa lentezza il culo, iniziai con lentezza a insinuarle la lingua nell’insenatura dei glutei, scendendo fino a lambirle l’orifizio, sentivo che la cura con la quale mi dedicavo all’operazione era di suo gradimento.
I miei polsi continuavano ad essere legati, l’eccitazione premeva sui miei pantaloni, la voglia di masturbarmi era sempre più forte e impellente, mi eccitava la situazione che mi vedeva soggetto passivo e a uso della “Signora” la mia concessione al suo gioco era convinta, non mi considero slave, piuttosto uno switch, la situazione mi deve eccitare per poter compiere atti che normalmente non compierei.
Lei lo raggiunse … durante l’orgasmo mi insultò con ogni genere di parole, e premendo la mia bocca sulla figa, restò ancora qualche secondo in quella posizione, si riprese dall’affanno e si complimentò per il mio impegno a soddisfarla, ora guardala, ti piace vero? La vorresti?
L’eccitazione era al culmine, quasi dolorosa, lei si alzò e mi fece alzare a mia volta, fammi assaggiare il mio sapore, porco!
La sua lingua era golosa mi passava sulle labbra, si infilava nella bocca, la sua mano cercava da sopra il tessuto il mio sesso.
Finalmente si decise, slacciò la cintura dei jeans, sbottonò i pantaloni, li fece scorrere lungo le cosce, mi sorrise maliziosa, siamo senza boxer monello, vuoi proprio farmi eccitare.
Mi liberò dai jeans, e rimasi completamente nudo davanti a lei, il cazzo eretto, gonfio pulsava senza tregua, gocce di piacere stillavano dalla sua punta, lo accarezzò e si abbassò, sentii la lingua leggera percorrere l’asta in tutta la sua lunghezza e giungere al glande che ingoiò golosamente.
Improvviso il suono del citofono, senza palesare sorpresa, si avviò verso la cornetta, chi è? Mamma sono Ginevra, premette il tasto di apertura e andò ad attenderla all’ingresso con la porta aperta.
La mia mente era in preda all’inquietudine, ma come pensavo, riceve sua figlia con uno sconosciuto completamente nudo, legato, in piedi e in preda a un’eccitazione.
Il minuto che trascorse era interminabile, sentii l’ascensore fermarsi al piano, Ginevra ne uscì … ciao mamma, ho bisogno di un grande favore, mi puoi tenere la spesa, torno più tardi a riprenderla, ti do una mano a sistemarla, poi scappo che ho un impegno urgente tra mezz’ora.
La sua risposta decisa, vai pure, ci penso io alla spesa, quando torni a riprenderla?
Tirai un sospiro di sollievo, il pericolo era scampato, ora potevo dedicarmi al mio piacere, anche se legato e ammaliato da quella donna.
II proseguimento dell’incontro è facilmente intuibile, lei giocò con me svelandomi la sua natura dominante e sorprendente, il ricordo della tensione erotica, delle immagini e delle situazioni che erano una novità per me.
I momenti in cui ero alla sua mercé, mi permisero di scoprire una parte nascosta di me, quella sub, un’anima di cui non ero consapevole e che ora conosco.
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